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Intervista a Bugo

di Zero

Intervista a Bugo
Chi ascolta Bugo?
L’ultimo disco che ho preso è l’ultimo dei De La Soul. Poi ho preso un disco di musica sperimentale elettronica degli Splatterchair, poi cos’è che ho preso?
Non so dimmelo tu.
Ah, giusto. Mi piace l’hip hop al momento. Robe tipo Busta Rhymes. Insomma se c’ho dei soldi compro qualcosa, ma dato che non c’ho mai una lira non compro quasi mai nulla. Più che altro mi faccio prestare i dischi: spesso mi passa dei dischi Bruno, il mio manager attuale. Di cose italiane, mi piace un cantautore degli anni settanta che si chiama Claudio Rocchi: uno che cantava in italiano, chitarra acustica, non è palloso, non si gasa, non è un gradasso… uno senza menate, insomma! Poi mi piacciono gli One Dimensional Man, ma cantano in inglese, cazzo!, e non ci capisco niente, e questo secondo me è un difetto!
Perché pensi sia un difetto?
Nel senso, ognuno può fare quello che vuole, sia chiaro, ma quando io penso alle parole mi vengono in italiano, non in inglese: cioè, se devo dire che sono scazzato, non saprei dirlo in inglese. Non solo perché non so bene la lingua, ma anche perché non lo sentirei come una parola detta da me. Insomma, sei italiano, canta in italiano, cazzo! Fatti capire! Io poi cerco tra le parole, le prime che i vengono in mente, le prime che stanno bene insieme, sia come rima che come suono.
Ma qual è la tua donna ideale?
Al momento penso che sia Marina, quella del Grande Fratello, perché è una tipa in gamba: se sia vacca o no sono cazzi suoi, io penso che sia carina, sensuale e alla mia portata!
L’ultimo libro che hai letto?
Ho letto un libro forte di un autore italiano che si chiama Pinketts, “L’assenza dell’assenzio”, mi sembra che sia intitolato, e mi è piaciuto. Poi mi piace anche Boris Vian, il mio autore preferito… ma parliamo di musica, và!
Si parliamo di musica, ma prima dimmi qual è il tuo film preferito?
Vieni avanti cretino!
Ok, passiamo alle cose serie: come sarebbe composta la tua band ideale?
Alla chitarra Jon Spencer, alla batteria… la batterista di Lenny Kravitz, al basso… la bassista di Giorgio Canali e io.
Mi sembra un bel gruppo, no?
Sono usciti due dischi nel giro di un mese, “La Prima Gratta” e “Pane, pene, pan”, e so che uscirà tra poco un altro disco, interamente acustico. Raccolte di canzoni, a volte accennate, che dal vivo poi diventano diversissime.
In realtà “Pane, pene, pan” è costituito da vecchio materiale, che avevo mandato in cassetta a questi della Loretta Records, vecchi pezzi, vecchie versioni, e loro lo hanno pubblicato solo adesso, a sorpresa: è tutta roba del ‘97 quella. Alcune le riregistrerò, altre cambiano dal vivo, è normale, se no poi mi stufo!

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