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Luigi Ghirri

Palazzo delle Stelline, Corso Magenta 61, Milano - h. 10-19, Ing. libero fino dom 04.02

di Bertrand Delux

Una mostra di Ghirri è sempre un evento imperdibile. Atlante, serie memorabile, appartiene ai grandi momenti dell’arte italiana di fine secolo. Ancora per poco al palazzo delle Stelline è allestita “Il profilo delle nuvole”. Una mostra non gridata, non spettacolare né allestita in modo impeccabile, quasi costretta in spazi ridotti… poi, come di consueto, un percorso visivo di grande, magnetico fascino. Serie realizzata dal fotografo fra il 1988 e il 1989, “Il profilo delle nuvole” è l’ennesimo viaggio nel paesaggio italiano, in particolare quello della pianura padana, peraltro terra d’origine di Ghitti. Un paesaggio immoto, privo di esseri umani, ritratto in una fissità che sembra protrarsi da tempo immemorabile, come fosse un deserto magico, piatto e dagli orizzonti infiniti. Immagini tecnicamente impeccabili, segnate da bizzarre sovraesposizione e zone bruciate che rendono quasi ogni scatto un’opera d’arte, un piccolo haiku, un momento di rara poesia. Microracconti rarefatti con un inconsueto e fascinoso sguardo sugli interiors punteggiano una mostra con un che di classico, ineccepibile, narrativo, evocativo, struggente… bizzarre sinapsi che trascinano nel sognante magma sonico dell’ultimo album dei Godspeed You Black Emperor! (anche se l’artista preferisce Bob Dylan…), frammenti di diario in un territorio vago, leggermente malinconico, furioso, forse perduto, monumentale. Un viaggio nel lungo privilegiato della propria vita personale, un viaggio nel luogo universale di ogni uomo che vive sulla terra e sotto la profondità del cielo. Chissà perché, comunque, uscendo da una mostra d’arte come questa, non giovane né trendy, né tantomeno dissacrante o strana, ci si porta via una serie di immagini, una ballata visiva che non si scrosta dalle nostre memorie tampone… - Bertrand Delux

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